Consiglio Comunale al fulmicotone, respinta la mozione del NO ai cassoni

Elis@Provinciali –

Sarebbe stato utile e costruttivo che il Consiglio raggiungesse un accordo, ma invece lo spettacolo cui i cittadini hanno assistito in Sala Rossa ha passato l’indicibile.
Il presidente, Carmelo Cassibba, solo grazie alla sua consumata esperienza, ha gestito, a fatica, l’aula: maggioranza ed opposizione se le sono “suonate” senza esclusione di colpi, mentre il sindaco Marco Bucci, ostentava indifferenza al dibattito. I cittadini, giunti in via Garibaldi con largo anticipo hanno riempito tutto lo spazio disponibile nella galleria del pubblico ed hanno reagito rumorosamente, sottolineando con applausi gli interventi dei consiglieri proponenti la mozione, Filippo Bruzzone, Cristina Lodi, Rita Bruzzone, ed esprimendo disapprovazione verso i consiglieri di maggioranza, nei passaggi piu’ critici, tanto che tre persone sono state fatte allontanare dalla Polizia Locale, ed il presidente ha concesso varie sospensioni, ammonendo piu’ volte tanto il pubblico che i Consiglieri.
Questi ultimi non hanno fatto mancare frecciate, gli uni contro gli altri, in particolare il consigliere Gozzi ha fatto le spese di un accordo che sembra raggiunto sulla mozione, ma e’ saltato all’ultimo per sopravvenuti emendamenti “che avrebbero snaturato il testo”. L’esposizione di Filippo Bruzzone, primo firmatario, e’ sta molto pungente per il sindaco << Se lei vuole fare il manager, si dimetta da sindaco…non lo sta facendo, non ascolta i cittadini, ne’ tutela i loro legittimi diritti, il Ponente ha sofferto per trent ‘anni l’insediamento del Porto di Pra’, non e’ possibile scaricare su di esso ancora un’altra servitu’ , cosi impattante e carica di incognite …son quattro mesi che attendiamo la calendarizzazione di questa mozione, che prefigura l ‘opzione Zero cassoni, stop all’espansione strisciante del porto…>> Stesse argomentazioni, sostenute dalla consigliera Rita Bruzzone, autrice di numerosi emendamenti al testo, ed analogamente Cristina Lodi si e’ espressa con molto equilibrio, ma altrettanta determinazione <<Un amministratore che cambia idea per venire incontro alle proteste dei cittadini , non rivela debolezza, ma senso di opportunita ed attenzione verso la popolazione>> ha asserito Lodi, ricordando in passato un gesto molto distensivo dell’ allora sindaco Pericu, che si oppose a mire espansionistiche della piattaforma, invise alla cittadinanza.
La maggioranza ha opposto a cio’ risibili argomentazioni. Dire, come l’assessore Maresca , che <<la diga di Genova va fatta e quindi non dobbiamo opporci al cantiere dei cassoni >> e’ pura retorica, poichè nessuno ha messo in dubbio l’importanza della nuova diga, bensi la collocazione dell’impalcato per la prefabbricazione dei cassoni stessi. Davanti a Pegli Lido avrebbe una ricaduta devastante su una delegazione che a fatica cerca di mantenere le poche spiagge, le numerose bellezze paesaggistiche e storiche, Pra’ verrebbe ulteriormente irrisa, dopo un mega riempimento, avendo a cuore la sorte del canale di calma, strappato all’invadenza del terrapieno. e Voltri teme espansioni verso ponente della diga, I confini , ha ricordato Rita Bruzzone sono quelli e tali devono restare: sesto modulo ad est e Rio San Giuliano sono gli invalicabili punti topografici entro cui restare, sempre e comunque, perche’ l’accordo storico tra le parti , vent’anni circa or sono, va rispettato mai infranto, c e’ un limite che un territorio puo’ sopportare e tale limite e’ stato ampiamente raggiunto. Lo stesso vice ministro alla mobilità, Edoardo Rixi, il giorno prima, in un vertice a Palazzo San Giorgio, ha affermato che << il porto di Pra’ non puo’ assolutamente essere il solo ad essere investito dalla prefabbricazione dei cassoni, vanno ricercate soluzioni alternative>>. Ovvero entro aprile, occorre valutare la compatibilita’ di Vado e Piombino, sbandierata dal sindaco come cosa fatta, invece ancora da acquisire…tanta opacità ha alzato il livello della preoccupazione, tanto da far emettere una nota stampa dal presidente Guido Barbazza, che Supratutto ha pubblicato in anteprima ieri.
Dopo 3/4 ore di discussione tesa, viene posto ai voti un documento su cui converge la maggioranza (contrari Mattia Crucioli di Uniti per la Costituzione e Fabio Ceraudo del Movimento 5 Stelle) l’opposizione non ha votato. Essa prevede che il Sindaco e la Giunta si attivino “con il coinvolgimento del Municipio di riferimento, con gli enti e gli uffici preposti al fine di valutare una modifica del progetto circa la costruzione della nuova diga foranea di Genova, con la finalità di prevedere, come area di cantiere per la prefabbricazione dei cassoni e trattamento (frantumazione e vagliatura) del materiale da demolizione, una porzione di area portuale più distante possibile dalle abitazioni, garantendo il carattere temporaneo del cantiere, le cui strutture dovranno essere strettamente funzionali alla prefabbricazione dei ‘cassoni’ ed essere completamente rimosse al termine delle operazioni”. Oscurata l’opzione zero. La mozione della minoranza viene respinta tra forti polemiche , a sentire Gozzi, (molto contestato), a causa degli emendamenti dei proponenti. Insomma un’esercizio di arrampicata sugli specchi, agli occhi dei cittadini, che sono rimasti basiti nel vedere che nessun punto di caduta unitario e’ stato trovato, anzi nemmeno cercato, e che persino i consiglieri di maggioranza che risiedono nel territorio in oggetto non si sono discostati dal “ Necesse est”.
Insomma, una brutta pagina per  il governo della nostra città , i cui cittadini promettono reazioni di protesta, perche a questo punto nessuno si sente sicuro di nulla.
Sono quattro mesi che, a spizzichi e bocconi e tra mille smentite , la notizia del cantiere a Porto Pra’ trapela dalla stampa: pessimo metodo, che mina la fiducia nelle istituzioni, anche e soprattutto di chi voto’ questa maggioranza. E intanto studi consolidati confermano la mortalita’ piu’ alta nel Ponente di Genova, dove anche il valore delle case scende in picchiata. Il paradigma di Marco Bucci, che mette lo sviluppo portuale al primo posto, sempre e comunque, rivela tutta la sua fragilità, perche la gente dove non sta bene e non si sente al sicuro, se ne va. La popolazione nei pressi di porti ed insediamenti industriali, decresce.
Siamo la sesta citta’ d Italia, ma occorre rimarcare che solo una convivenza armoniosa tra comunita’ abitativa ed insediamenti portuali puo’ essere le strada da seguire, quel “win-win” che Guido Barbazza ha sempre evocato. I giovani cercano altrove opportunità lavorative, non possiamo fare tutti i gruisti, i camalli, i portuali, l’automazione avanza , chi beneficia di uno sviluppo cosi’ impostato, francamente sono gli oligarchi dello shipping e dei containers, i cui nomi sono arcinoti, qualche decina di imprenditori terminalisti, dagli occhi verde dollaro o yen, che non sono mai sazi di mare da tombare. La gente rifiuta questo modello economico, perche non ha un ritorno positivo, anzi, non c e’ compensazione che tenga, perche’ esse erano gia’ previste anni fa.
Ci sono esempi piu’ sostenibili di sviluppo,a livello europeo , ad essi dobbiamo guardare, affinche Genova sia una citta’ di gente “contenta”, altrimenti l’immagine che viene agli occhi e’ quella di una vecchia meretrice, un tempo detta la Superba , per la sua eleganza e bellezza, ed anche Bocca di Rosa, per l’amore che poneva sopra ogni cosa…Adesso attende i clienti sui marciapiedi e le banchine dell’angiporto: le sue grazie sfiorite non attirano piu’ nessuno,il trucco disfatto non cela le profonde rughe che solcano il volto, solo qualche sparuto marinaio risponde…la maggior parte della gente si allontana, delusa, a capo chino.
Non e’ questa la Genova che vogliamo!