Elisa Provinciali-
E’ gratis, nessun biglietto, non occorre prenotare, e si può ascoltare ogni giorno a Pra’, percepito persino sulle alture di Pegli.
Grande concerto, per motori all’ormeggio, cicalini di posizionamento, martellamento e stridii della ferrovia interna, ogni tanto qualche solista si esibisce nel “lancio dei containers”, che con i loro tonfi, interrompono la monotonia.
Sempre apprezzabili i rumori derivanti dalle file di TIR in coda, che procedono dal viadotto verso il porto, a migliaia alla volta.
In sottofondo, naturalmente il traffico dell’Aurelia e della ferrovia Ge-Ventimiglia.
Direttore d’ orchestra, il gran maestro del “Porto di Genova e del Mar Ligure Occidentale”. Complimenti, bel nome, innovativo, peccato che si riferisca ad una reatà inamovibile.
I cittadini ne sono talmente appagati, da voler realizzare dei filmati, da ascoltare a piacimento, qualora scaturisse la nostagia…vuoi mettere, magari uno e’ fuori Pra’, come fa senza quella che e’è diventata la colonna sonora della nostra vita?
Qui sotto, alcuni esempi, in diverse situazioni e da svariale angolazioni, l’invadenza del Porto non cessa mai, impossibile ignorarla: anche dalle immagini, si evince ormai che a Pra’ non viviamo vicino ad un porto, bensì DENTRO di esso.
Siamo una cosa sola ormai, dannatamente uniti, come un galeotto con la palla al piede!
Decine di monitoraggi hanno evidenziato lo sforamento dei parametri tollerabili dall’orecchio umano, al di là del quale si genera sofferenza e patologia.
Ma, evidentemente, tali documenti hanno trovato un’agevole collocazione nel cassetto di qualche scrivania dei nostri amministratori.
Allora, a questo punto, siamo ad appellarci al Difensore Civico, dott. Francesco Lalla, affinchè si faccia garante dei nostri diritti di cittadini, che, per chi se lo fosse scordato, sono sanciti da un libretto chiamato Costituzione della Repubblica Italiana.
Art1)
L’italia è una Repubblica fondata sul lavoro
Benissimo, ma il lavoro di tutti, non solo rallisti, autisti di camion, scaricatori, terminalisti, magazzinieri, operatori portuali in genere; chi fa, poniamo, la sarta ,il chirurgo, la commessa, o guida i bus e di notte e non dorme bene per il fracasso, che fa, si addormenta poi al lavoro?
Art 9)
omissis…..
La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico ed artistico della Nazione
Qui, ci vorrebbe una fragorosa risata, se non ci fosse invece da piangere a calde lacrime: è così che è stato tutelato il paesaggio marino di Pra’, è così che abbiamo cura della sua storia e tradizione, i maestri d’ascia, le lampare, le ville storiche, l’aspetto di un piccolo borgo a misura d’ uomo, con una Chiesa millenaria, Pieve sul territorio? Non servono altre parole.
Art 32)
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività…..omissis.
Questa è veramente un’enormità, per chi abita a Pra’ e dintorni, non c’è tutela e protezione della salute: nemmeno un paio di centraline, neppure uno studio epidemiologico serio sui rischi dall’esposizione continua a fumi, polveri sottili, rumore, (anche per gli stessi lavoratori) in 40 anni di attività; i medici di base sul territorio riscontrano un aumento di patologie correlate all’inquinamento atmosferico ed acustico, ma vengono inascoltati.
Rivendichiamo il nostro diritto ad essere sani.
Adesso, buon ascolto con i filmati. Se avete le cuffie, indossatele.
https://www.youtube.com/watch?v=oXt1XlLDwvA
La notte con i carrelli portacontainer
https://www.youtube.com/watch?v=mrmF1nkCpII
Rave notturno a Porto Pra’
https://www.youtube.com/watch?v=0Zz2N9rdoEY
Segnali di fumo
https://www.youtube.com/watch?v=7r7diR4e1tk
Motori in sosta, Maersk Tanjong
Vivere in un porto 
TIR in attesa a Pra' -Palmaro
Vicinanza
La nostra Svizzera
Vista dalla terrazza
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TIR in attesa a Pra' -Palmaro
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Vicinanza
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La nostra Svizzera
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Vista dalla terrazza
Per concludere, è ovvio che si tratta di prodotti artigianali, girati dagli abitanti esasperati, ma ci vorrebbero parecchie perizie eseguite con i dovuti crismi, che hanno un costo elevato. Spero che questi rilievi smuovano qualcosa, grazie all’autorevolezza de Difensore Civico.
Tutto ciò è irregolare, oltre ogni ragionevole dubbio.
In occasione dell’arrivo del Sindaco : sign. Marco Bucci, è opportuno chiedere : che senso hanno di esistere l’art. 9 e 32 della costituzione?
Valgono anche per Palmaro?
È opportuno che risponda senza divagazioni! altrimenti……
Il sindaco ama molto divagare.al mattino al martedi sulle nostre reti nn dà mai risposte dirette ed esaustive.con Palmaro e i suoi abitanti dovrà avere un comportamento diverso.Per tutto questo lavoro ed informazione dobbiamo ringraziare Elisa.Svolge un lavoro egregio mettendosi a servizio della comunità. È la nostra stellina.È da applauso.
Ma grazie Paola , Elia…non sono sola farmi da fare per il nostro territorio ed effettivamente quasti pezzi i terattivi, con video ed allegati, sono un pochino più impegnativi, ma ho il mio web master personale,Michele, che non si schioda dal pc finche’ tutto non è a posto. E poi il nostro programmatore Alessio ha predisposto tutte le possibilità per offrire al lettore contenuti interessanti. Infine ci siete voi che mi sostenete e gratificare. Insomma siamo una squadra!
Grazie Elisa, ottimo articolo!
Ottimo lavoro, Elisa, è una vera cannonata… un assaggio di tutto ciò che da anni siamo costretti a sopportare. Queste testimonianze, le lettere di petizione al Sindaco e il coinvolgimento del Difensore Civico riusciranno a farci ottenere un miglioramento della qualità di vita? Spero ardentemente di si… È un nostro diritto!
Grandioso|
Sinfonia di do minore per teneri di cuore usati come cavie umane per verificare fino a che punto si può arrivare a sopravvivere nel degrado.
Da replicare nelle aule consiliari delle istituzioni.
Sottoscrivo tutto ciò che viene detto da Elisa nell’articolo.. Non se ne può più, ma di fatto l’antifona è sempre la stessa, inascoltata a chi deve prendere decisioni. Per cui alla fin fine continuiamo a combattere coi mulini a vento. Inizio a pensare che potrei fare prima a lasciare il quartiere che vedete rispettati i nostri diritti!
Bell’articolo molto ben dettagliato, sarete sicuramente un arma in più al fianco nostro per migliorare la situazione di disagio che affligge da troppo tempo il quartiere di Pra/Palmaro.
Bel lavoro
Vedi Andrea, tu hai 20 anni o poco di piu’ e come Davide, non avete idea di cos’era Pra’ 40 anni orsono, pertanto la tua conclusione non mi sorprende, ed anzi, hai ragione, perché se uno puo’ scegliere, perché no?
Ma vedi, quelli come noi che si sono addormentati con la luna che si rifletteva sul mare, col suo mormorio dolcissimo, e svegliati davanti alla distesa blu, nulla all’orizzonte, se non nei giorni di eccezionale cielo terso, la sagoma della Corsica ( qualcuno dice anche le Baleari, ma e’ un fenomeno di rifrazione, che i vecchi chiamavano “E isoe”)…ebbene ,costoro, cioe’ noi,non ci rassegnamo affatto a vivere ora in questo modo, perché innanzitutto non e’ GIUSTO, ne’ equo che 28mila persone debbano tollerare questo continuo strazio.La spiaggia ormai e’ andata, ok, ma ci sono vari gradi di vivibilita’ tra il bene e questa vergogna.
E nota bene, noi che ci diamo da fare adesso, 40 anni fa, quando si decise, eravamo troppo giovani per opporci, taluni bambini;la generazione che ci ha confezionato questa bella polpetta avvelenata va cercata altrove, nei soldatini di partito che hanno chinato il capo perché” Compagni, tremila posti di lavoro per Pra'”…Alcuni si sono riciclati, altri in pensione e meno male che non possono piu’ far danno e chi poteva, se n’e’ andato il giorno dopo aver accettato il porto a Pra’…hai ben visto com’e’ andato a finire…basta mi fermo qui che e’ meglio.
Che fracasso!
Pazzesco! Non ci sono parole per esprimere meglio di così la situazione di forzata convivenza col portoche, naturalmente, va sostenuto come fonte di lavoro, ma che dovrebbe farsi carico delle conseguenze relative alla sua attivita’, salvaguardando la salute dei suoi lavoratori in primis, ed immediatamente dopo, la popolazione limitrofa che non può far altro che subire ogni sorta di inquinamento.
Vergogna!
E’ una idea del disagio dei cittadini che a ponente abitano vicino al porto; non metto in dubbio che ci sia di peggio, ma perché guardare al peggio se soprattutto sappiamo che con volontà “politica” e risorse è possibile attenuare decisamente i disagi di una attività mercantile-industriale messa, senza alcun riguardo e rispetto, davanti alle case di migliaia di cittadini? Il lavoro è importante, ma è profondamente ingiusto che per il lavoro, mediamente altrui, fatte eccezioni , e l’arricchimento di pochi , oltre che per il bene della Nazione, venga messa in gioco la salute e la qualità della vita di migliaia di altri cittadini e lavoratori che col porto hanno ben poco a che fare e causa porto hanno perso molto. Elettrificazione della banchina con l’arrivo di navi adeguate ed armatori convinti con “le buone e le cattive” ad utilizzarla, vere dune ed ampliamento delle zone cuscinetto porto città, con trasferimento in altri spazi di attività ingombranti, rumorose ed inquinanti, sarebbero realmente un inizio ed indicazione che finalmente esiste interesse e rispetto anche per i cittadini e che il porto non è principalmente solo una servitù a cui dovere sottostare e rispetto alla quale si è sempre più insofferenti.
Io sono venuta a vivere a Palmaro che avevo 6 anni. Ne venivo da Sestri, già allora molto rumorosa, e qui era una meraviglia,il solo rumore delle onde del mare, luogo che la mia famiglia aveva scelto perché stupendo.
Ora a distanza di 57 anni sono costretta a ringraziare la parziale sordità che mi ha colpita e che quindi non mi fa sentire ciò che sento invece quando mi avvicino a questo meraviglioso Porto!
Mi rimane il ricordo della voce del mare e ascoltando i rumori dei vostri video mi sento triste, ma proprio per questo ancora più accanita nel cercare di riuscire a ottenere qualcosa per la nostra Palmaro. Uniti ce la faremo e non dobbiamo demordere, per noi e per le nuove generazioni. Io voglio vivere qui !!
Brava Vivi, hai ragione, andarsene vorrebbe dire lasciar loro campo libero di inquinare e strombazzare come non ci fosse un domani, e invece no, con le buone o le cattive devono ammettere tutti gli errori del passato e porvi rimedio.
Tutto si puo’ cambiare, basta volerlo.
Bell’articolo, appassionato, documentato, professionale che descrive bene i termini di una convivenza tra porto e città oggi estremamente difficile, sbilanciata a danno di chi risiede sul territorio e poco rispettosa dei diritti di tante megliaia di abitanti
in particolar modo di Pra’. E’ compito di tutti, autorità, amministratori, cittadinanza cambiare e migliorare questa situazione, portarla su un terreno di reciproca soddisfazione e far si che il porto commerciale non sia più solo una servitù ma diventi anche risorsa e ricchezza per il territorio che lo ospita.
Sicuramente sarà lunga e dura. Serve partecipazione e non mollare mai, stiamogli addosso.
Grazie a tutti gli attivisti.