Guido Barbazza #
C’è una luce in fondo al tunnel per gli abitanti di Pra’ e dintorni che si lamentano, e a ragione, dell’impatto ambientale del porto di Pra’, in particolare per le emissioni di gas di scarico e del rumore generato dalle navi durante la sosta. Oltre all’elettrificazione delle banchine, che consentiranno lo spegnimento dei gruppi elettrogeni di bordo, alimentando le navi con corrente fornita da rete a terra, il progresso tecnologico viene in aiuto ai cittadini con ulteriori soluzioni integrative. I buoni esempi, in giro per il mondo, non mancano. E’ notizia recente che la “Aida” società tedesca armatrice di navi da crociera, ha messo in servizio una speciale chiatta dotata di generatori elettrici alimentati a gas per l’alimentazione elettrica “verde” delle sua navi durante la sosta ad Amburgo. In questi giorni si è diffusa una notizia altrettanto interessante: la “Viking Lady”, dell’armatore norvegese Eidesvik, è stata dotata di batterie elettriche, diventando così la prima nave a propulsione “ibrida”. Si tratta di un “supply vessel” varato nel 2009, lungo 92 metri, largo 21 e di 6100 tonnellate di stazza, adibito al servizio di supporto per le piattaforme petrolifere del Mare del Nord. E’ equipaggiato con quattro motori Wartsila 32 DF, dove “DF” sta per “Dual Fuel”, o “doppio combustibile”, il che vuol dire che i motori possono funzionare sia in ciclo diesel, a nafta, sia in ciclo “Otto”, alimentati a gas naturale. Funzionando a gas naturale la “Lady” ha emissioni di ossidi di azoto (NOx) e di anidride carbonica (CO2) sensibilmente inferiori che con il funzionamento a nafta, e non emette zolfo. Ha in dotazione anche una cella a combustibile della non trascurabile potenza di 330 Kw, e ora anche le potenti batterie, che gli consentono una eccezionale flessibilità di adattamento alla varie condizioni e necessità operative. Tra le varie cose, la nave, quando si trova in porto, avvalendosi delle batterie può tenere i motori spenti, non emanando alcun rumore e tantomeno emissioni di gas di scarico. Al momento per periodi limitati. In un futuro neanche tanto lontano, nuove tecnologie consentiranno di migliorare le prestazioni delle batterie, e probabilmente tutte le navi ne saranno dotate, risolvendo alla radice il problema delle emissioni in porto.
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