Elis@Provinciali–
Alcune settimane or sono la comunità di Pra’Palmaro ha accompagnato per l’estremo saluto in Chiesa un suo caro amico, molto conosciuto insieme alla sua famiglia:Giuli (Flaminio Lodi) di anni 75, marito di Katia Percivale, e spesso con lei a gestire noti esercizi locali: prima un giocattolio, giornalaio, poi bar latteria. C ‘ stata sorpresa e dispiacere nei tanti che lo conoscevano, Giuli era una di quelle persone che non vedi mai accigliato, o di cattivo umore, bensi gentile e cordiale, sempre. Padre felice ed orgoglioso di Sara, ed ora ultimamente, nonno premuroso di Emanuele e Federico.
La famiglia della moglie, sua sorella, i genitori Maria e Michele, erano un clan, a Pra Palmaro, appunto per la loro lunga attività commerciale…e Giuli si era inserito benissimo nel contesto, tanto che ci sembrava nativo. Insomma, una bella persona, buona, solare che ci mancherà tantissimo non vedere per il quartiere.Voglio dedicare alcuni versi a Katia, che conosco dall’infanzia e che sta vivendo affranta, un momento di dolore, che la vita purtroppo, prima o poi non risparmia a nessuno.
Assenza
Non c’è nulla che sostituisce l’assenza
di una persona cara.
Più bello e pieno è il ricordo,
più difficile è la separazione.
ma la gratitudine regala
nel dolore, una gioia tranquilla.
Si indossa la bellezza del passato
come un dono prezioso in sé.
Dietrich Bonhoeffer, 1906 – 1945
E’ questo il mio augurio per tutti voi…spero che la mancanza sia al piu’ presto sostituita dai tanti , dolci ricordi, e dalla certezza che il vostro caro vi accompagni ancora e ancora
Vorrei ricordare Giuli per la sua pacatezza, la sua semplicità e il suo buon senso.
Riportando le ultime righe di un capitolo di Ligure Lonmbardo che gli avevo dedicato.
“Purtroppo l’antico detto latino ‘festina lente’ (‘affrettati piano’), il ‘procedi con cautela’, lentamente, mal si concilia con il fast food contemporaneo e non mi riferisco solo alla cucina ma al modo di affrontare i problemi, piccoli o grandi che siano: sempre di corsa, sempre di fretta, trascurando le cose davvero importanti della vita la prima delle quali siamo noi stessi e insieme a noi i nostri affetti.
Pensando e parlando con la testa degli altri finiamo col rinnegare il nostro modo di essere, le nostre radici da cui potremmo invece attingere insegnamenti utili e buon senso pratico, a cominciare dalla saggezza delle persone anziane, spesso più eloquente di molti manuali e trattati difficili e complicati.
Dovremmo saper andare verso il futuro con la nostra storia, per dar valore a entrambi: il passato e ciò che deve ancora venire, essere noi stessi per imparare a migliorarci.
Ha scritto Enzo Biagi che di tutte le cose che sentiamo dire nella vita possono tornarci veramente utili soprattutto quei tre o quattro insegnamenti ricevuti in famiglia.
Come dice il mio amico Giulli, prima edicolante e ora pensionato nonché genovese doc al cento per cento, siamo davvero tutti ‘spersonalizzati’ e trovo questa definizione più calzante e più efficace di quella che potrebbe inventare l‘antropologo culturale più famoso che ci sia sulla faccia della terra.”
Se davvero tutti la pensassimo così il mondo sarebbe in pace. Invece siamo ormai tutti alienati e spersonalizzati. Si vedono, si leggono e ascoltano fatti di cronaca che fanno inorridire. Riposa in pace caro Giuli, ci lasci una lezioneda imparare e applicare
Bellissimo ricordo di Francesco per Giuli…era cosi