Ci ha lasciati Luigi Mori, un Praese “D.O.C.”

Velocifero

Apprendiamo con sconcerto e con profonda tristezza, a funerali ormai da tempo avvenuti, della scomparsa di Luigi Mori, un Praese D.O.C., che, come spesso accade per i non originari del luogo in cui vivono, aveva un amore ed un attaccamento particolare per Pra’, che spesso ha superato quello degli “autoctoni”, i “Praini”, appunto. Luigi, di professione Geometra, nato a Parma il 7 luglio 1930, nel 1957 arriva a Genova come trasfertista, Direttore di Cantiere della ditta Frassinetti, impegnata nella ricostruzione della diga foranea e pochi anni dopo “sbarca” a Pra’ dove sposa, nel 1961, Brigida “Marisa” Bignone, dei “Caracchi”, “del ‘32”, praina verace. La sua antica passione per il giornalismo, che conservava con entusiasmo fin dall’età giovanile, con l’approssimarsi dell’età della pensione lo porta ad essere fra i promotori di due periodici locali: “Il ponentino” e “Il Corriere di Sestri Ponente”, dove opera come Capo Redattore. Nel corso di un decennio di attività pubblicistica, durante la quale è stato anche corrispondente del “Settimanale Cattolico”, periodico della Curia di Genova, ed ha collaborato con l’Avvisatore Marittimo, ha trattato prevalentemente problematiche socio-ambientali riguardanti il ponente genovese e più specificatamente Pra’ alla quale è sempre stato particolarmente affezionato. Non a caso si prestò entusiasticamente a contribuire alla nascita dei due giornali locali ideati da Guido Barbazza: “Il Praino” e “SuPra’tutto”, in qualità di Direttore Responsabile. Nel 1994 è tra i fondatori, sempre insieme a Guido Barbazza, del Comitato Culturale Praese e nel 1995 collabora alla stesura dell’Antologia Praese, oltre a e partecipare come editore alla pubblicazione della mini-rivista letteraria “Pocaluce”, fondata con un gruppo di giovani poeti e scrittori locali. E’ stato Consigliere della Circoscrizione di Pra’, Presidente della Banda Musicale Carlo Colombi e del Comitato per i Festeggiamenti di San Pietro. Ha anche ricoperto per due anni la carica di Consigliere Nazionale della F.I.D.C.A. (Federazione Italiana Dei Combattenti Alleati), per la partecipazione alla resistenza nell’Appennino Parmense nel 1944-45, forse in qualità di “staffetta partigiana”, vista la giovane età. Ed effettivamente fra le sue cose spunta fuori un “Certificato al Patriota”, firmato, nientepopodimeno che, dal Maresciallo Harold Alexander, Comandante Supremo Alleato delle Forze del Mediterraneo Centrale, dove si rileva come Luigi portasse il nome in codice “Marconi”. Insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e membro dell’Ordine dei Giornalisti, Luigi Mori era eclettico, entusiasta, vulcanico, a volte un po’ impulsivo e confusionario, ma semplicemente adorabile per la sua allegria e gentilezza, per il suo stile da gentiluomo, sicuramente più di stampo padano che ligure. Non stupisce pertanto che abbia partecipato con invenzioni in campo tecnico civile-portuale a rassegne di brevetti in Italia e all’estero, con pubblicazioni su riviste specializzate, presentando anche soluzioni innovative a problemi di carattere ambientale e persino nuovi giochi di enigmistica, quale il “Cruciverbone” e il “Cruciverba praese”. Tra le sue carte sono stati rinvenuti anche materiali progettuali per un ponte sullo stretto di Messina da lui firmati e datati 1999, che rivelano ottime capacità grafiche e di calligrafia. Luigi è rimasto allegro, gioviale, intellettualmente brillante, continuando a leggere caterve di libri fino alla fine, nonostante la dura prova della tragica e prematura scomparsa della figlia Rosangela, allora trentenne, nel 1994, e la morte della moglie nel 2006. Non riuscendo più a salire i sei piani di scale della casa di Pra’ ha passato i suoi ultimi anni a San Remo, dove si era trasferito nel 2016, raggiungendo l’altra sua figlia, Oriana, la primogenita, nata del 1963, che lo ha amorevolmente accudito, spegnendosi il 21 maggio scorso all’ospedale d’Imperia alla veneranda età di 93 anni. Sempre lucido e di buon umore, fino al suo ultimo anelito di vita. Come per altri personaggi di spicco della “praesità” confidiamo che continui a guardare con benevolenza Pra’, che si sta sforzando di ritornare ad essere bella, seppur in modo diverso, come un tempo. Come quando dalle finestre della sua casa in via Gerolamo Ratto si intravvedeva l’azzurro vivido del mare che accarezzava la spiaggia di Pra’, dove forse ora Luigi, libero dalle costrizioni della materia e del tempo, sta passeggiando con Brigida e Rosangela.