Cambia il Sacerdote nella Parrocchia di S. Rocco

Avvicendamento alle porte della festa patronale con l’arrivo di don Andrea Robotti 

Chiara Bozzo-                                                                                                                                      Da settembre, dopo quattordici anni, la parrocchia di San Rocco di Pra’ ha visto il cambio di sacerdote. A prendere il posto di Don Antonio Lovato, chiamato nel 2004 dall’allora vescovo della Diocesi di Genova Tarcisio Bertone a sostituire il carismatico Don Giorgio Parodi, è arrivato Don Andrea Robotti, giovanissimo parroco, classe 1978.

Don Andrea, prima di arrivare a Pra’ quali sono state le tue esperienze?                                  Sono parroco dal 2003, la mia prima parrocchia, dove sono stato curato è stata quella di Santa Caterina da Genova di Oregina. Ero molto giovane e dopo poco tempo sono diventato parroco a tutti gli effetti, un inizio forte che mi ha formato. Prima di arrivare a Pra’ ho trascorso diversi anni come parroco di due realtà non molto lontane da qui: le parrocchie dei Santissimi Andrea e Ambrogio di Cornigliano e N. S. di Lourdes in Campi. Otto anni ricchi di soddisfazioni, con la possibilità di conoscere tante persone e un tessuto sociale molto vivo.

Prima impressione sulla realtà di Pra’? Più somiglianze o differenze?                                               Il primo impatto con Pra’ è stato molto positivo. La prima differenza che ho incontrato, soprattutto rispetto alla mia esperienza, è sicuramente una grande varietà nel territorio e nelle persone che lo abitano: Pra’ sviluppa i suoi sestieri tra il mare e i monti, raggruppando 10 mila persone, che possono abitare anche non nelle case subito adiacenti la chiesa. A Cornigliano, tutte le persone abitavano in un raggio molto limitato, c’era più omogeneità. Anche se la differenza che salta più agli occhi è la forte percentuale di genovesi e italiani rispetto a un quartiere così multietnico.

Hai già avuto modo di conoscere alcune realtà del territorio?                                                   Devo dire che molte persone si sono venute a presentare in parrocchia facendomi conoscere associazioni tra le più diverse che operano sul territorio. Ho conosciuto la Banda musicale Colombi che accompagnerà la processione della festa patronale, il Gruppo Storico Praese che tiene viva la storia della delegazione con incontri e manifestazioni e anche il presidente del Municipio è venuto a conoscermi. Spero possano intessersi legami stretti per portare avanti iniziative comuni come a Cornigliano dove il tessuto urbano si amalgamava bene con la parrocchia.

Progetti per il futuro?                                                                                                                      Dal 14 al 21 ottobre vivrò la mia prima festa patronale come parroco, con il culmine della Messa in piazza Sciesa e la processione con le confraternite e i Cristi. In più i ragazzi cureranno anche una parte ludica con uno spettacolo la sera di sabato 20. Pensando più avanti il prossimo anno festeggeremo il cinquantesimo dalla consacrazione della nostra chiesa e vorrei proporre e organizzare, insieme al consiglio pastorale, eventi e iniziative dedicati a andare incontro alla persona, nell’ottica di una chiesa in uscita come raccomanda Papa Francesco. Vorrei poi cercare di creare un oratorio nei nostri locali per far sì che la parrocchia diventi polo per i giovani anche oltre l’orario del catechismo e delle Messe. Mi piacerebbe anche poter pensare a iniziative, come pellegrinaggi, piccoli viaggi, per gli anziani; molte volte nelle parrocchie sono la spina dorsale della comunità ma si tende a non coinvolgerli mai direttamente.

Saprai che Pra’ è patria del basilico e del pesto genovese, già assaggiata qui questa prelibatezza?        Mi piace molto il pesto e ho sempre acquistato quello di Pra’. Devo dire però che qui non lo ho ancora mangiato, credo proprio sia una delle cose più prossime da realizzare.