Velocifero –
Nelle ultime settimane si è percepito un nuovo impulso di promozione del progetto del “B.R.U.C.O.”, rivisitato in versione 2.0 con un pochino di maggiore attenzione alle contropartite per Pra’, che come noto prevede il collegamento del Bacino Portuale di Pra’ con gli ampi spazi pianeggianti di Novi Ligure, al di là dei nostri monti, tramite un tunnel sotterraneo per treni vettori automatizzati. Attraverso il collegamento con i previsti 3 nuovi accosti sulla diga foranea di Pra’ i promotori ipotizzano una capacità di 8 Milioni di TEU, che si andrebbe a sommare ai circa 2 Milioni attualmente movimentati dal terminal PSA Pra’, che opera in modo convenzionale smistando i container sui piazzali antistanti le banchine. Il BRUCO ha la caratteristica positiva di movimentare i container su rotaia, minimizzando l’inquinante e rumoroso trasporto su gomma, e quindi di non avere bisogno delle pile di container sui piazzali portuali, tecnicamente richiedendo nel porto solo la banchina o pontile di attracco e le gru di carico e scarico. Il progetto del Bruco però presenta tre aspetti critici. Prima di tutto c’è il concetto di andare ad aggiungere uno scalo “Bruchizzato” sulla diga foranea di Pra’ realizzando un ponte di collegamento con il terrapieno portuale che andrebbe ad invadere lo specchio d’acqua libero dove i Praesi vogliono il “Campo di evoluzione velica” realizzando così un’altra bruttura dal pesante impatto visivo e paesaggistico, che si andrebbe ad aggiungere alla “foresta di piloni” della ferrovia merci sopraelevata mai usata da decenni. Secondo, l’utilizzo della diga foranea con ponte annesso impedirebbe in futuro l’apertura della stessa diga a Levante per consentire l’entrata e l’uscita delle navi “in linea” qualora dovessero essere messe in servizio navi portacontenitori di lunghezza superiori alle attuali, soluzione prevista nel “Waterfront” di Renzo Piano con una soluzione ad impatto zero per la vicina Delegazione di Pegli in quanto il relativo molo di protezione potrebbe essere realizzato all’interno e non all’esterno del Bacino Portuale di Pra’. Terzo, le navi del “Bruco” si andrebbero ad aggiungere a quelle che attualmente scalano al PSA di Pra’, che rimarrebbe in esercizio con le sue montagne di container e con tanto trasporto su gomma, per continuare a movimentare “solo” 2 Milioni di TEU. Viene così logico e razionale proporre una versione “Praesizzata” del bruco che preveda la realizzazione del tunnel sotterraneo con ferrovia automatica al servizio dell’attuale terminal PSA, aumentandone la capacità da 2 a 8 Milioni, con un di molto migliore rapporto costi/benefici, il che rappresenterebbe già un successo stratosferico per l’economia portuale di Genova, senza altre opere invasive nè sulla diga foranea, nè sugli specchi d’acqua. Con tale soluzione potrebbero sparire le orribili pile di container di fronte all’abitato ed espandersi di molto verso il mare le colline alberate, realizzando veramente il sogno del Sindaco Bucci di avere nel sito un parco urbano attrezzato con zone fitness ed aree per il pick-nick, cosa che non si può certo dire con le “stitiche” collinette attualmente previste. Nella porzione di Ponente del Porto di Pra’ si potrebbero realizzare con facilità anche i due accosti per navi “Feeder” (piccole portacontenitori per rifornire gli altri porti previste dal progetto Bruco) a ridosso del pennello esistente, con interventi minimali e che peraltro impatterebbero in un’area già portuale. Il tutto, ovviamente, da iniziarsi solo dopo aver realizzato le cinque opere di compensazione e minimizzazione dell’impatto ambientale del porto a Pra’ che i cittadini esigono con fermezza: 1) Colline alberate di separazione porto / pista ciclo-pedonale 2) Elettrificazione delle banchine 3) Banchinamento del lato di Levante del Sesto Modulo sul profilo attuale e prolungamento verso mare della pista ciclo-pedonale, schermata da colline alberate 4) Prolungamento del Canale di Calma e della Fascia di Rispetto lungo tutto il litorale praese, fino al Rio San Giuliano 5) Piantumazione di duecento alberi sempreverdi di alto fusto lungo la via Pra’, dal Castelluccio di Pra’ al Rio San Giuliano. Bruco “alla Praese”, una grande opportunità per Pra’.
Certo che a Pra’ guardarci intorno è sconsolante, vengono pensieri cupi verso chi ha ha determinato questo sfacelo. Vogliamo destarci e pretendere che le cose cambino, fermare questi disinvolti dirigenti che mirano soltanto davanti ai loro piedi e non alzano mai la testa e rendersi conto del merdume al quale hanno contribuito e stanno continuando imperterriti a distruggere quel poco di buono che è rimasto. Ma questi incuranti e vivendo col monocolo non si rendono conto che presto saranno giudicati dagli storici come sfasciatori di Pra’ e Genova e oscurando magari i miserevoli traffici cresciuti a scapito dell’umanità. Signori che governate il porto di Genova svegliatevi si può crescere rispettando ambiente ed abitanti di esempi e suggerimenti siete circondati basta alzare la testa e aprirsi alla vita
Io invece dico NO a qualunque tipo di progetto di estensione, se non all’indomani di una realizzata e funzionante elettrificazione delle banchine con l’emanazione di una specifica norma governativa che ne imponga senza se e senza ma l’utilizzo da parte degli armatori. Quando allora avremo questa importante infrastruttura a regime che sicuramente gioverà alla nostra salute allora potremo parlare di eventuali nuove progettazioni. Che il porto di Pra’ diventi un esempio in Italia di come la svolta green debba interessare anche e soprattutto questo ambito industriale, ancora un po’ troppo avulso dal contesto legislativo.
Sono pienamente d’accordo con Vittorio! Normative chiare, rispetto e pochi compromessi quando si parla di salute.