Assemblea pubblica a Villa De Mari: si va verso la copertura dell’autostrada anche a Palmaro

Luciano Bozzo #

E’ l’ultimo tratto di autostrada tra le case del Ponente genovese ancora in attesa di copertura; 500, 600 metri di A10 che si insinuano da anni tra i palazzi di Pra’, condannando chi vive in Via Bordighera ed in Via Diano Marina ad una convivenza forzosa ed impossibile. Avere l’autostrada a pochi metri dalla finestra e dal terrazzino di casa, subire la presenza costante e pesante di autovetture e  TIR, dover fare i conti notte e giorno con il rumore, l’inquinamento, le polveri e le vibrazioni costituisce una condizione di vita francamente non più accettabile oggi, nel ventunesimo secolo.
Da oltre vent’anni i residenti di Palmaro attendono la copertura dell’autostrada e la riduzione del suo impatto soprattutto per quanto riguarda il rumore né più né meno come già è stato fatto in questi ultimi anni negli altri tratti autostradali che corrono tra le case delle Delegazioni genovesi di Ponente, compresi quelli attigui a Via Villini Negrone ed alla parte occidentale di Palmaro, quella più vicina al casello.  Parliamo di uno dei problemi maggiormente sentiti a Pra’ e che è parte integrante dell’agenda politica di amministratori e comitati locali da sempre. Per coprire e silenziare l’autostrada si è scesi in strada e si sono organizzati cortei fin dagli anni 90 e si continuano a fare anche oggi.
L’Assemblea Pubblica che si è tenuta a Villa De Mari venerdi 9 maggio molto probabilmente può rappresentare il momento decisivo per la soluzione di questo annoso e grave problema.
Su sollecitazione del vicesindaco Stefano Bernini e della giunta municipale, la Società Autostrade, nella persona dell’Ingegner Alberto Selleri  ha presentato due diversi progetti mostrando, attraverso delle simulazioni, come si verrebbe a modificare la zona nei due casi.
Il primo progetto è di fatto la versione odierna del vecchio progetto Labò, nato su iniziativa dei residenti nel 1995, successivamente approvato dall’Amministrazione pubblica e dalla Società Autostrade, ma in realtà sempre rimandato e mai realizzato, nonostante un accordo di programma concordato nel 2000.   Lo si è riproposto nel corso di un’altra assemblea pubblica nel 2011 abbinandolo alla costruzione della Gronda di Ponente come opera complementare. Prevede lo spostamento di uno dei due tratti dell’autostrada, la sua complanarizzazione con l’altro tratto, e la copertura di entrambi realizzando una galleria artificiale sopra la quale troverebbero spazio giardini e verde pubblico.  Secondo i proponenti di oggi, come di allora, consentirebbe una riqualificazione di questa area urbana e ricongiungerebbe la parte alta di Palmaro con la parte a mare del sestiere, anche se su questo punto qualcuno manifesta in sala un po’ di scetticismo.  Occorre però demolire e ricostruire due palazzi di Via Diano Marina, cosa che quindi allunga inevitabilmente i tempi di realizzazione dell’opera; a questo si aggiungono poi i tempi necessari per la procedura di VIA (verifica dell’impatto ambientale) e l’incognita legata alla costruzione della Gronda, ad oggi non ancora del tutto certa.  Non stupisce quindi se le Autostrade prospettano tempi di oltre sette anni tra passaggi e procedure burocratiche e lavori.
L’azione legale che un gruppo di residenti di Pra’-Palmaro ha intentato contro la Società Autostrade però ha determinato  evidentemente una accelerazione verso una possibile e diversa soluzione del problema e così oggi si presenta anche un secondo progetto. In questo caso si parla invece di una copertura leggera, una sorta di galleria anti-rumore identica a quelle già costruite davanti a Via Villini Negrone ed in altre zone di Voltri e Sestri.  Qui non occorrerebbe spostare alcun edificio né sarebbe richiesta la procedura relativa all’impatto ambientale in quanto si tratterebbe di estendere un’opera già approvata, verificata e realizzata in molte zone del Ponente; secondo l’Ingegner Selleri si potrebbe fare in circa due anni e mezzo, con dieci mesi di lavori effettivi.  D’altro canto, in questa seconda ipotesi si dovrebbe rinunciare all’idea di una vera o parziale riqualificazione urbana ed il progetto risponderebbe  unicamente all’esigenza di abbattere l’inquinamento acustico, con risultati non inferiori, da questo punto di vista e sempre secondo le Autostrade, a quelli della  prima opzione .
Al termine della presentazione delle due ipotesi, il Vicesindaco Bernini ed il Presidente del Municipio Mauro Avvenente sollecitano un parere all’Assemblea e più in generale ai residenti di Palmaro per consentire alla Giunta Comunale di poter arrivare a prendere la decisione maggiormente condivisa.
Come era facile prevedere quasi tutti gli interventi si esprimono a favore di una copertura più leggera e soprattutto in tempi più rapidi perchè qui la gente aspetta già da più di vent’anni e non è oltre modo disposta ad attendere ancora chissà quanto tempo visti i tempi più lunghi e le incognite che accompagnano il primo progetto.   Stefano Bernini promette di fare il possibile per cercare di abbreviare al massimo le procedure burocratiche attinenti alla Conferenza dei servizi ed alla approvazione del progetto in sede ministeriale così che il tutto si possa completare anche in meno dei due anni e mezzo preventivati.  In una sala stracolma gli interventi e la partecipazione del pubblico rendono l’Assemblea vibrante, movimentata, percorsa da una evidente elettricità e caratterizzata da un forte clima emotivo; emergono la rabbia per avere dovuto attendere così tanto tempo invano, per i tanti anni in cui le Autostrade e l’Amministrazione non hanno saputo o voluto rispondere alle richieste dei cittadini, l’esasperazione per una situazione ambientale insostenibile. La speranza di poter vedere finalmente limitato il rumore, i ringraziamenti per chi in Consiglio comunale si è adoperato per arrivare ad una soluzione  si alternano alla forte preoccupazione per la salute e l’incidenza che le polveri sottili avrebbero sui numerosi decessi che colpiscono la zona.  Un silenzio imbarazzato accompagna la denuncia di un uomo che testimonia la morte di quattro persone avvenuta in pochi anni sullo stesso pianerottolo; subito dopo un applauso convinto dà invece sostegno all’emozione di un anziano che si accalora e si commuove ricordando anni di lotte per il diritto alla salute del quartiere.
Intervengono alcuni tra i promotori e sostenitori del progetto Labò: Pasquale Michelini del Comitato di Palmaro, l’architetto Luigi Lagomarsino, l’assessore municipale Mariarosa Morlè  denunciano come le Autostrade abbiano contravvenuto all’accordo raggiunto in quegli anni, adducendo prima la necessità di demolire e ricostruire un po’ più a monte i due edifici di Via Diano Marina, e poi lasciando di fatto cadere il progetto nel dimenticatoio per non volerlo realizzare.
La discussione si sposta quindi sull’inquinamento e sulle polveri sottili.  Si chiede a gran voce che oltre al rumore, la copertura abbatta anche le emissioni delle polveri e che si possa monitorare il livello di inquinamento.  Qualcuno parla anche di un risarcimento per l’inquinamento ed il disagio subiti in tutti questi anni.
Il Presidente Avvenente propone l’utilizzo di pannelli trasparenti o comunque di colori idonei a rendere meno pesante l’impatto visivo e chiede che si evitino “buchi” e spazi tra i pannelli.  A causa di questi buchi, denuncia l’assessore Morlè molti cittadini che vivono accanto ai tratti autostradali recentemente coperti segnalano al Municipio un pericoloso aumento delle polveri e della sporcizia che si depositano su poggioli e balconi.
Nonostante i tecnici di Autostrade dichiarino i due progetti tra loro alternativi, Stefano Bernini ribadisce l’impegno della giunta comunale e municipale affinchè la soluzione “leggera” non debba escludere necessariamente la possibilità di realizzare in futuro anche il primo progetto, una soluzione cioè in grado di assicurare un migliore assetto ambientale complessivo, e che si potrebbe fare, magari, una volta costruito il tratto autostradale della gronda, cosa che renderebbe meno impattante e problematico riaprire il cantiere dei lavori sull’autostrada.
Il dibattito comunque prosegue e Municipio e Comune si rendono disponibili a raccogliere input, suggerimenti e criticità da parte dei residenti nel corso delle prossime settimane prima di procedere con le decisioni sul progetto da seguire e sui requisiti e le eventuali soluzioni da proporre a Società Autostrade.