Ascensori guasti da mesi in via Quasimodo: anziani e disabili chiusi in casa! Ma vi sono segnali positivi

Elis@Provinciali –

La disfunzione ci era stata segnalata da una gentile lettrice, abitante di un quartiere tanto panoramico, quanto da sempre problematico: le cosiddette “Lavatrici”. Ma iniziamo dal buon finale: dopo tanto disagio, ed a seguito di notevole mobilitazione degli abitanti, sia nei consigli di amministrazione, che nei due Comitati attivi da decenni, le istituzioni si sono interessante di un problema che, come scrive la sig.ra Caterina <<E’ stato comunicato non solo all’amministrazione comunal-regionale, ma persino ai Carabinieri della stazione di Pra’, con nessun esito se non generiche promesse… potete dar voce a questi cittadini, già duramente provati dal precedente lockdown, che viene loro indebitamente prolungato da tre mesi, nell’indifferenza generale ?>>
SuPra’tutto ha diffuso agli assessori Municipali e Comunali questa legittima richiesta di intervento, sono stati fatti alcuni sopralluoghi, ed abbiamo avuto modo di interagire con Stefano De Luigi, che insieme a Pino Rutigliano, Davide Berti, Pino Mirto dei comitati di quartiere, ha attivato ogni canale, trovando, riferisce De Luigi.<< molta disponibilità nel presidente Claudio Chiarotti e nell’assessore ai Lavori Pubblici, Pietro Piciocchi, i quali hanno visionato più volte il quartiere, esamiminando i problemi tecnici degli ascensori che riguardano i civici dal n15 al 37 di via Quasimodo, ovvero 70 famiglie. Incontreremo nuovamente gli amministratori pubblici in un’assemblea con i residenti, il 15 settembre>> Già questa, nei tempi brevi, appare una buona notizia, segno di una presa d’atto di tali gravi problematiche, che come abbiamo appreso negli anni, affliggono l’intero complesso “San Pietro di Pra'”, denominazione ufficiale del grande quartiere collinare. Riavvolgiamo il nastro: il sito di edilizia sociale delle Lavatrici fu realizzato nel periodo 1980-1990, dall’architetto Aldo Luigi Rizzo, L’edificio pilota si trova a ponente, su una collina naturale, che sovrasta una parte di Pegli e Pra’. Vi sono più di 500 appartamenti ed e’ diviso in quattro blocchi principali,ognuno dei quali composto di tre differenti edifici: un palazzo più alto, uno più basso e un blocco centrale di appartamenti che copre un largo dislivello formando dei ‘gradini’.La proprietà del complesso è differenziata (parte pubblica e parte privata) e lo sono tanto le infrastrutture energetiche (alcuni ristrutturate, altre no) che la popolazione (giovane e anziana). Il complesso ha un area comune, ampi parcheggi ed è servito da una linea d’autobus pubblica. Da lassù, la visuale verso il mare è molto ampia e suggestiva, ma ci troviamo comunque in una zona a se’ stante, con problemi di integrazione verso i quartieri limitrofi, data la posizione. Fin dalla sua edificazione,la grande struttura ha mostrato un’ampia serie di pecche architettoniche e strutturali.<<Prime fra tutti , le infiltrazioni, che sono un po’ in tutti gli appartamenti>> continua De Luigi, mostrando una serie di immagini<< probabilmente , sono stati usati materiali edilizi non di qualità, il progetto non ha tenuto conto di fattori di usura e degradazione delle case,ci sono porte di ingresso in cartone pressato, piastrelle che si staccano dai muri, intonaci cadenti, moquettes che ammuffiscono>>
 Già da subito, la struttura dei terrazzi con i grandi oblò circolari apparve molto incombente sulla collina, ma c’era la necessità di costruire, per sistemare centinaia di famiglie. Come in altri esempi di edilizia priva di senso civico, si tirano su mostri fuori scala, dove mancano strade e servizi, gli spazi al piano terra in cui avrebbero dovuto aprire negozi, supermercati e altre attività commerciali sono rimasti sempre chiusi e degradati. E negli anni anche alcune case sono state abbandonate.
Recentemente emerse la volontà di risolvere col colore l ‘estetica del grande complesso grigio cemento: alcuni blocchi di edifici tinteggiati di rosso, azzurro, giallo, dalle torri ai corpi scala. Il progetto, sostenuto dal Comune di Genova nell’ambito di una più ampia ristrutturazione delle barre alte di alcuni edifici pubblici, nacque dall’idea di una giovane architetto, Elisa Marini, che nel 2013 lo aveva pensato come tesi di laurea, e prevedeva la collaborazione del gruppo genovese “Boero”. Si iniziò, attualmente non e’ ancora completato il cambio d’ immagine, mentre invece sono sorti un po’ a macchia di leopardo bellissimi “murales”, il piu’ ammirato raffigura Fabrizio De Andre’.
 L’anno scorso, il governatore Giovanni Toti dichiarò che dopo Begato, anche le Lavatrici avrebbero subito una demolizione, ma gli abitanti furono subito perplessi, anche perchè pare non furono consultati preventivamente a tale annuncio, caduto poi nel nulla di fatto. E veniamo ad oggi, 3 settembre:
La posta elettronica consegna al giornale la notizia, frutto di domande, risposte, reinvii,e condivisioni, (Municipio, Comune, Assessorati per competenza, Redazione SPT, A.R.T.E. ,”Kone”, la ditta manutentrice e per brevità non cito tutti i passaggi), che ci ha fatto vedere uno spiraglio, l’azienda succitata asserisce che<< I materiali necessari a sviluppare le lavorazioni di manutenzione straordinaria saranno in consegna a Genova alla fine della settimana n.38 ( quindi tra il 22 ed il 24 di Settembre). Le lavorazioni inizieranno contestualmente, quindi presumibilmente a far data da Lunedì 27.09 p.v., e si protrarranno per 2-3 settimane lavorative. Pertanto al più tardi venerdì 15 Ottobre, l’impianto dovrebbe tornare in regolare esercizio>>. C è il condizionale, ma un impegno preso è già molto confortante…va detto che trattasi di ascensori particolarmente complessi, che si trovano ad operare su percorsi dislivellati, con un intenso carico di esercizio, si guastano molto spesso.
Naturalmente , seguiremo da vicino gli sviluppi, affinchè tutto vada a buon fine e magari si possano comprimere ulteriormente i tempi, perchè effettivamente il 15 ottobre non è dietro l’angolo; comunque  auguriamoci davvero che gli abitanti di via Quasimodo possano al più presto tornare ad usufruire del servizio: stare chiusi in casa forzatamente, d’estate, col caldo e la solitudine, è una sofferenza, e nessuno lo merita.