Lunedì 23 giugno, vigilia della festa di San Giovanni Battista, si è rinnovata anche quest’anno la tradizione del Falò. Una tradizione, che affonda le proprie radici nei tempi antichi, che esorcizza l’anno passato ed è di buon auspicio per quello futuro.
Una tradizione che per molti anni, purtroppo, è mancata a Pra’, ma che grazie all’impegno, dapprima del Comitato per Pra’ e poi dello stesso affiancato dalla Croce Verde Praese è ritornata ad essere un appuntamento fisso.
E che sia un appuntamento a cui la gente della nostra delegazione tiene in particolar modo si tocca con mano, considerando l’ampio numero di persone che si accalcano sul ponte sul rio San Pietro e lungo le due sponde già tempo prima dell’accensione.
Anche questa edizione ha visto la partecipazione di numerose bancarelle che hanno creato un’atmosfera di festa già a partire dalla tarda mattinata.
Quest’anno i ragazzi della Croce Verde sono andati oltre, infatti la pira da accendere anziché avere la solita forma a cono rovesciato aveva le sembianze di un castello medioevale con il “bamboccio” da bruciare saldamente ancorato alla guglia più alta.
Notevole anche lo spettacolo pirotecnico che ha preceduto e che è continuato anche durante l’accensione. Emozionante lo srotolamento dei palloncini che formavano la scritta “io sto con Pra’”, modo di dire ormai entrato nel linguaggio comune dei Praini per indicare il proprio stato di appartenenza.
La serata, condotta da Nicola Montese, ha poi avuto uno dei suoi momenti più significativi con la lettura delle intenzioni, le speranze e le cose brutte da affidare al fuoco. Dalla lettura di alcuni foglietti scritti dalla gente si evince che la nostra delegazione è sempre più in sofferenza e che forse sarebbe opportuno non spegnere mai il fuoco.
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