Anche il Municipio avvalla il cambio del nome del porto in “Bacino portuale di Pra’ “

Luciano Bozzo #

Il Consiglio del Municipio VII Ponente di martedì 16 settembre ha avvallato il cambio del nome del porto già deciso dall’Autorità Portuale di Genova ad inizio settembre, accettando la nuova denominazione: Bacino Portuale di Pra’.  Diversamente dal solito, questa volta il Consiglio Municipale, andato in scena di sera, è stato seguito da un folto pubblico; decine di Praini infatti hanno voluto presenziare a Voltri a questo momento in cui ufficialmente è stato riconosciuto il nome più corretto per il porto; porto che, come sanno anche i sassi, si trova pressoché interamente davanti all’abitato di Pra’ e che non poteva chiamarsi altrimenti che con il nome della nostra Delegazione. Quello dell’altra sera è stato un passaggio dal forte valore simbolico che ha posto fine ad una battaglia pluri-decennale per il  riconoscimento della giusta collocazione geografica del porto e per far si che Pra’ potesse riappropriarsi di un pò della sua identità anche grazie a questo atto di “giustizia toponomastica”.
Qualcuno però obietterà che, al di là del nome, rimane la sostanza della presenza ingombrante di un porto grande ed invasivo a poca distanza dalle nostre abitazioni con tutto il disagio ed i problemi che questo comporta.  Però oggi è chiaro che se la perdita della nostra spiaggia a fronte di un numero di posti di lavoro per i residenti risibile rispetto alle aspettative ed alle promesse fatte in passato,  se il forte impatto ambientale delle attività portuali ed il deprezzamento subito dalle nostre case costituiscono indubbiamente un grandissimo danno, il fatto che per 40 anni il porto sia stato indicato con il nome di un altro posto ha rappresentato la beffa che si andava ad aggiungere al danno.  Ora almeno la beffa è stata cancellata e ci si può quindi concentrare su tutte quelle proposte, progetti, azioni volte a limitare l’impatto negativo che il porto, con i suoi rumori ed il suo inquinamento, ha sulle vite di tutti noi. Valga ad esempio il disegno della FondAzione PRimA’vera di un porto che si allontana progressivamente dall’abitato e che consente il prolungamento della Fascia di Rispetto anche davanti ai sestieri di Palmaro e Cà Nuova, una proposta che ha ottenuto l’interesse ed il gradimento da parte dell’Autorità Portuale e dell’Amministrazione cittadina e valgano anche i progetti già approvati da parte della stessa Autorità Portuale, a seguito delle pressioni di amministratori e cittadini,  per l’elettrificazione delle banchine ed il potenziamento e l’imboschimento delle dune di separazione tra Fascia di rispetto e porto: una barriera verde di alberi e vegetazione in grado di attenuare i rumori e nascondere alla

vista dei residenti e dei fruitori della Fascia, almeno parzialmente, porto e container.
Il cammino per la riappropriazione e la difesa dell’identità di Pra’ continua invece con la richiesta di cambio del nome dell’uscita autostradale: il casello e lo svincolo si trovano infatti sul territorio di Cà Nuova e Palmaro quindi a Pra’ e non certo a Voltri. Inoltre la loro costruzione ha comportato la perdità di ettari di terreno un tempo dedicati alla coltura del prezioso basilico praino e di altri pregiati prodotti agricoli  ed è quindi più giusto che si adotti per l’uscita autostradale la denominazione di Genova-Pra’ piuttosto che di Genova-Voltri.
Tornando al Consiglio Municipale dell’altra sera, il cambio del nome del porto è stato salutato come un atto di giustizia dovuto, sia da parte di Consiglieri della maggioranza che da quelli del Movimento 5 Stelle e conseguentemente la decisione di avallare il nuovo nome per il porto è stata approvata con la quasi unanimità dei voti: solo tre Consiglieri dell’area di centro-destra si sono astenuti.  Alcuni interventi dei Consiglieri su questo tema e su quello del nome del casello autostradale però hanno fatto emergere un certo nervosismo ed anche un pò di scetticismo se non proprio di contrarietà verso le legittime rivendicazioni dei Praesi perchè si riconosca al nostro paese quella identità e quella dignità che merita al pari delle altre ex Delegazioni di Pegli e di Voltri, con le quali condividiamo la stessa amministrazione municipale.  Alcune affermazioni e qualche proposta avanzata da membri del Consiglio sono apparse ai più quantomeno discutibili se non addirittura sconcertanti e paradossali meritando le immediate risposte da parte di altri Consiglieri e le sottolineature, talvolta ironiche talvolta sdegnate, ma sempre civili ed educate da parte del pubblico presente. Tra tutte le cose dette, quella forse più lunare è la proposta fatta dall’Assessore municipale Carlo Calcagno secondo il quale il cambio del nome del casello dovrebbe accompagnarsi all’allungamento di Via Voltri fino al casello stesso.  Ora, al di là del fatto che da oltre duecento anni il confine tra Voltri e Pra’ è collocato sul Rio San Giuliano all’altezza della ex fabbrica della Verrina, ben lontano quindi dal casello, non si capisce perchè un automobilista che si trovi ad uscire dall’autostrada a Pra’ e voglia raggiungere Voltri, doverosamente indicata dai cartelli, dovrebbe andare in crisi totale e non sapere più cosa fare quasi come se si trovasse d’improvviso nel mezzo della tundra siberiana per poi trovare la salvezza solo alla vista della targa con l’indicazione “Via Voltri” a confortarne l’anima e rasserenarne il cuore.  Per fortuna questa, che più che una proposta è sembrata una “boutade”, è stata da subito bollata come assurda dal capogruppo del Partito Democratico Claudio Chiarotti e non ha avuto seguito;  altri interventi di Consiglieri della maggioranza peraltro hanno invece sminuito l’importanza della battaglia condotta dai  Praesi per la corretta denominazione del porto o hanno voluto indicare in “Porto di Ponente” il nome più giusto, così tanto per non far torto a nessuno visto che un pezzetto di diga foranea si trova anche davanti a Pegli mentre a Voltri c’è un ingresso di servizio per auto e camion.  Ora però “Ponente” è un termine abbastanza vago che non identifica in maniera chiara ed univoca un determinato luogo: c’è il Ponente di Genova, il Ponente della Liguria e la Riviera di Ponente e, per rimanere in ambito locale, il Municipio Ponente, Medio Ponente e così via. Anzichè utilizzare quindi un nome geografico così generico e vago, oltretutto possibile causa di equivoci e fraintendimenti molto meglio fare ricorso ai nomi dei paesi e dei centri che esistono da secoli e che con la loro storia, i loro monumenti e la loro identità rappresentano invece una delle ricchezze di Genova, e la rendono città poli-centrica  ancora più bella, vivace, interessante.  Così troviamo più giusto parlare ad esempio del Porto di Pra’, delle chiese storiche e del basilico di Pra’, così come delle Ville Pallavicini e Doria di Pegli, della spiaggia e di Villa Duchessa di Galliera di Voltri piuttosto che buttare tutto quanto nel calderone di un non meglio identificato “Ponente di Genova”.
Molto meglio riconoscere, mantenere, valorizzare  anche nei nomi le diversità e le peculiarità dei vari paesi che compongono questa parte di Genova, che annullarne l’identità con l’uso di un generico nome “Ponente”, un nome che in fondo indica un “non luogo”, e il cui uso e abuso ci farebbe andare incontro al rischio di assimilare sempre più nell’immaginario delle persone questi nostri luoghi e paesi reali all’idea di una indistinta ed anonima periferia urbana, priva di continuità, al pari di altre periferie di altre grandi città italiane che, a differenza nostra, non possono però vantare la tradizione e la storia secolare di paesi come Pra’, Pegli, Voltri, Sestri etc Del resto credo che la maggior parte delle persone che vivono da queste parti voglia continuare a pensare ed affermare di vivere a Pra’, aVoltri, a Sestri, prima ancora che a Genova o nel Ponente di Genova; perchè dunque non utilizzare i nomi di queste nostre localita ed anzi lavorare per difenderne e valorizzarne l’immagine, le bellezze e la qualità della vita dei loro abitanti ?
Il Municipio ha anche deciso di intitolare il piazzale immediatamente a levante della stazione ferroviaria, dove si trova la rotatoria con i parcheggi funzionali al futuro approdo della nave bus, “Piazzale vittime del naufragio della Costa Concordia” visto il legame che, con la presenza del relitto della grande nave, si è venuto a creare tra il nostro territorio e quel tragico avvenimento.
Il prossimo Consiglio dovrebbe dare nome “O Moggio” (pronuncia “U Muggiu”) ad un altro tratto della Fascia a ricordo dello spazio a mare davanti a Piazza Sciesa che per diversi decenni, se non secoli, ha ospitato il tradizionale mercato del pesce, il pesce freschissimo appena pescato nella notte e sbarcato alle prime luci del mattino dalle lampare e dai pescherecci dei pescatori praesi, in un’altra epoca ormai, quando davanti a noi c’era ancora il mare e tutto era diverso.