A 94 anni si è spento Padre Balbi figura di riferimento per Pra’

Ernesto Soressi #

A novantaquattro anni è’ mancato un grande amico di Pra’: Padre Balbi, della congregazione dei Figli di Maria. Era stato superiore del  collegio San Giuseppe di Pra’ e per lungo tempo parroco della Chiesa di Via Cravasco “Maria Madre del buon Consiglio”.
Molti lo ricorderanno come insegnante, altri nei corridoi dell’ospedale San Carlo di Voltri a visitare i suoi parrocchiani malati.
In questi ultimi anni era stato vice superiore e cappellano dell’Istituto Antonio Piccardo in Carignano e, malgrado l’età ormai avanzata, nei momenti di necessità, dopo la morte dell’amico  Don Giorgio Parodi, si è sempre reso disponibile a celebrare le messe domenicali nella Chiesa di Nostra Signora della Speranza a Torre Cambiaso. Ritornava a Pra’ sempre molto volentieri ed entusiasta di incontrare quelli che definiva “vecchi amici”. Scendeva dall’auto e a piccoli ma assai veloci passi si dirigeva verso la chiesa, dove, malgrado avesse ormai superato i novant’anni, celebrava la messa dimostrando nelle sue omelie una ferrea logica e una smisurata cultura classica.
Negli ultimi anni sono mancati uomini di fede importanti per Pra’: Padre Augusto,  Don Giorgio, Padre Balbi. Il tratto che più li ha accomunati è stato sicuramente la loro capacità di costruire il tessuto sociale e di relazioni che ha costituito l’ossatura fondamentale della comunità Praese che ancor oggi sopravvive.
Padre Balbi sarà ricordato sia per le sue innumerevoli attività pastorali sia per il grande amore per la  didattica e lo sforzo continuo nella realizzazione di grandi architetture filosofiche orientate a trovare il punto di contatto, quasi la sovrapposizione, tra il pensiero classico precristiano, di cui era profondamente innamorato, e la Sacra Scrittura.
Speriamo che Pra’ possa poter contare di nuovo, in futuro, di uomini che concilino in questo modo mirabile il senso pratico e l’amore per la cultura, per il rigore morale e per il servizio agli altri.
Supratutto lo vuole ricordare condividendo alcuni suoi pensieri che ne rispecchiano la forte personalità, tratti da un manoscritto da lui stesso donatoci:

“Fai ciò che vuoi?  Non sei libero.”  di  Padre Giovanni Battista Balbi.

• Nella prospettiva di Dio già Socrate e Platone dicevano: Io non appartengo a me stesso, non ho la mia vita e il mio corpo in proprietà, bensì in possesso, in usufrutto. Io stesso, la mia vita, il mio corpo appartengono a Dio, a cui io devo rendere conto. Per questa ragione, per esempio, io non posso suicidarmi, mutilarmi, ubriacarmi, drogarmi, trascurare di curarmi, ecc. . Perché Dio ha sulla mia vita e sul mio corpo un progetto diverso e non mi ha concesso la libertà perché io ne abusi in questi modi.
• Mediante il nostro agire noi trasformiamo continuamente noi stessi: dicendo menzogne diventiamo bugiardi, compiendo furti diventiamo ladri, fuggendo le difficoltà diventiamo vili, con atti di coraggio diventiamo coraggiosi, con atti di giustizia diventiamo giusti. Tutto questo vuole dire che ripetendo determinati atti acquistiamo disposizioni e inclinazioni a ripeterli. La scelta è un atto morale nostro. In senso morale noi generiamo in noi stessi le nostre qualità morali.