4 Novembre e la medaglia di nonno Gioxe

Giuseppe Bruzzone –

Ai primi di Novembre il giorno 4 sono 105 anni dalla fine della Prima guerra mondiale, ( finita il 4 novembre 1918 alle ore 15), ricordata in tutte le nazioni partecipanti.

La prima guerra mondiale iniziò il 28 luglio 1914 fu detta così perchè fu combattuta anche fuori dall’ Europa tra due schieramenti: gli imperi Centrali con Germania – Impero Asburgico e Impero Ottomano e l’ Intesa costituita da Regno Unito-Francia – Russia e successivamente il regno d’ Italia e gli Stati Uniti

La guerra toccò molte parti del globo: Medio Oriente in Africa e su tutti i mari dove furono utilizzati anche i sommergibili .Gli aeroplani usati per la prima volta dall’ Italia nella guerra di Libia (1911) furono impiegati nei cieli dei vari fronti europei

Nemmeno i civili non furono risparmiati, chi viveva vicino alla linea del fronte conobbe le atrocità della guerra, attacchi aerei, bombardamenti, vennero impiegate nuove armi micidiali: mitragliatrici, gas velenosi, carri armati, sommergibili.

Si calcola approssimativamente che persero la vita 10 milioni di soldati e 7 milioni di civili.

L’Italia a guerra iniziata era neutrale ma alleata dell’Intesa, cambiò schieramento:

per completare l’ opera risorgimentale ossia unire le terre trentine e friulane, fu convinta dalle forze dell’Intesa ad entrare in campo, fece così il primo tradimento ( il secondo tragico tradimento avvenne poi nella II G.M., ma e un’ altra storia) e il 24 maggio 1915 dichiarò guerra all’ Austria.

A Pra’ via Roana, nome di un paese dell’ altipiano di Asiago ricorda il posto dove i cannoni spararono per la prima volta contro le linee austroungariche.

Le forze armate italiane erano impreparate alla guerra, cosi iniziarono un reclutamento massiccio di uomini di età sopra i 20 anni, 500mila furono arruolati e ben 118mila furono i liguri che parteciparono alla guerra, 4100 i genovesi, e purtroppo 12mila i morti.

Contadini, operai,impiegati lasciarono le campagne e i posti di lavoro per diventare soldati, marinai e aviatori, furono sostituiti nella vita civile dalle donne che per la prima volta lasciarono le mansioni casalinghe per diventare operaie, tranviere, insegnanti, contadine

I miei due nonni Giacumu il materno e nonno Gioxe il paterno furono chiamati in marina, e tutti e due subirono un affondamento nel mar Adriatico, su navi diverse.

Tempo fa da una foto inedita che rappresentai reduci e i caduti praesi delle Grande guerra scopri che il nonno e i suoi quattro fratelli furono tutti arruolati; Gioxe Vittorio, Pietro, e Lorenzo in Marina, Antonio invece nell’ Esercito aggregato al neonato gruppo di aviazione come aviere.

La foto è un’ opera di grafica eccezionale per l’epoca, altro che foto-shop e computer! Come si può vedere nella foto allegata all’articolo al centro vi sono le foto dei caduti e dei decorati, ai lati i reduci di tutte le forze armate praesi

I cognomi sono per la maggior parte quelli delle famiglie praesi di inizio XX secolo, oltre ai Bruzzone ci sono i Bignone, Bozzo, Durante, Mantero, Ottonello, Parodi.…

I 5 fratelli, un miracolo ritornarono tutti salvi e senza ferite con esperienze diverse: nonno Gioxe scampò al siluramento, Vittorio imbarcato sulla corazzata Vittorio Emanuele come sotto capo artigliere, Lorenzo palombaro dei gruppi speciali fu decorato poi dal re Vittorio Emanuele III con medaglia al valore e orologio d’oro), Pietro fu attendente al comandante della Amerigo Vespucci

Congedati ritornarono alla vita civile; Gioxe pesatore in porto,Vittorio nella bottega di famiglia (u buttegun) davanti alla stazione ferroviaria di Pra’, Antonio Pietro e Lorenzo al mercato ortofrutticolo di San Pier d’ Arena; sicuramente con l’ animo diverso da quando partirono alla guerra.

Alla fine la guerra i soldati italiani morti stimati furono più di 780 mila (tra militari In battaglia,malati e in prigionia) , 460 mila mutilati, 1.300.000 militari e civili minati, irrimediabilmente e devastati nel fisico e nella mente, e 380 mila civili

Quando il nonno ci lasciò mio padre tra le carte del nonno trovò’ una busta, al suo interno c’ era una custodia con una lettera datata 5 ottobre1923, lettera intestata dal Municipio di Pra’ , si allora eravamo un comune autonomo, Pra’ fu inglobata nel 1926 con altri comuni attorno a Genova da Voltri a Nervi e Pontedecimo per formare la Grande Genova; un’ idea del Cavaliere Benito Mussolini.

Il Sindaco Giuseppe Lenchantin De Gubernais nella lettera si felicitava e trasmetteva la croce al merito di guerra e l’attestato conferite dal Ministero della Marina al nonno Gioxe.

Il nonno quando domandavo della guerra tagliava corto; mi diceva”E guere son na brutta cosa, mi ne ho viste due de guere, cau neu, speru che nu ti ne veddi mai ciù” stesse parole ripetute anche a mio padre Benedetto. La foto in casa del nonno non l’ ho mai vista appesa al muro e nemmeno in cantina, forse non la espose mai perché non era per niente fiero di quel periodo.